Malattia: la visione del Dottor Edward Bach

In “Guarisci te stesso” il Dott. Edward Bach spiega in modo chiaro ciò che è per lui la malattia.

Bach, profondamente influenzato dal pensiero filosofico indiano, afferma che non si nasce a caso, ma ognuno di noi decide di vivere la presente esistenza terrena come fosse un giorno di scuola. Siamo dunque nati per imparare una lezione e i nostri limiti – “difetti”, come dice Bach – sono la guida per la nostra evoluzione, che è in relazione al superamento di tali limiti e allo sviluppo delle “virtù” contrarie. Tali virtù sono quelle rappresentate dai 38 fiori che lo stesso Bach ha individuato.

Ma non sempre la nostra personalità accetta questo compito evolutivo. Allora, non si dà ascolto ai dettami della nostra Anima/ Io Superiore, ma si prendono altre strade, apparentemente più facili, ma che in realtà ci allontanano sempre più dalla piena realizzazione dello scopo della nostra esistenza. E’ da qui, secondo il Dott. Bach, che nasce il germe della malattia, che si manifesterà, prima o poi, su tutti i piani dell’essere, da quello spirituale a quello fisico.

L’importante, dunque, è ascoltare la voce del proprio Io Superiore (Bach usa con lo stesso significato Io Superiore, Anima, Spirito) e seguirne i dettami: solo in questo modo si attuerà appieno lo scopo dell’esistenza. A questo proposito, per il Dott. Bach, pur non potendo che conoscere l’attuale “giorno di scuola”, la nostra intuizione – l’intuizione rappresenta la voce dell’Io Superiore – ci dice che la nostra vera origine è molto lontana: secondo Bach noi siamo eterni, emanazione di un’unica luce che si espande nei suoi infiniti raggi -la creazione- con lo scopo di evolversi e acquisire conoscenza ed esperienza. Questa visione dell’esistenza ha alla base il pensiero di quella che Bach chiama la “madre India” e presuppone l’accettazione del concetto di reincarnazione.

In questa visone della realtà, non ha più senso la divisione tra malattia fisica, psichica, emozionale: la sofferenza, tranne che in caso di eventi che provengono chiaramente dall’esterno, ha sempre alla base il conflitto tra l’Anima e la Personalità. In questo contesto, la malattia diventa “benefica”, perché permette di individuare e correggere l’errore spirituale che l’ha generata.

Bach individua addirittura delle patologie direttamente collegate alle più importanti emozioni negative (difetti):

  • l’orgoglio (il non vedere che la personalità dipende dall’Io Superiore) viene anche definito come “arroganza e rigidità d’animo” e dà origine a quelle malattie che irrigidiscono il corpo.
  • la crudeltà (non rendersi conto che ogni dolore inferto agli altri è una ferita per l’universo stesso) è alla base della percezione del dolore: tutte le malattie che provocano dolore insegnano, attraverso la propria esperienza, a non infliggerlo agli altri.
  • l’odio (opposto all’Amore e all’Unità, porta separazione) genera solitudine, mancanza di controllo emozionale, “crisi nervose e isteria”.
  • l’egoismo (eccesso di attenzione verso se stessi che porta a non tener conto del bene collettivo) porta a quelle che Bach definisce “malattie d’introspezione”: nevrastenia, nevrosi e stati simili.
  • l’ignoranza (non cogliere le occasioni di conoscenza e apprendimento che ci vengono porte) non permette di vedere la Verità nell’esperienza del quotidiano. Produce disturbi della vista e dell’udito.
  • l’avidità (desiderio di avere sempre di più e di potere) porta a negare la libertà di ogni individuo e la sua importanza nell’armonia del Tutto. e’ all’origine di tutte le malattie che rendono schiavi del corpo e limitano fortemente i propri desideri ed ambizioni.
  • l’essere instabili psichicamente porta a problemi di equilibrio, cattiva circolazione, patologie che limitano il movimento.

Il manifestarsi della malattia segue, secondo Bach, la legge di causa/effetto: i sintomi rappresentano una sorta di linguaggio che permette di andare veramente all’origine della malattia stessa, alla vera causa del suo manifestarsi. Dice Bach: ” Il cuore, per esempio, fonte di vita e quindi di amore, viene colpito generalmente quando, nell’individuo, il lato amorevole verso l’umanità non si è sviluppato oppure non è ben orientato.” Attraverso l’osservazione e l’analisi dei sintomi – che proprio per questo non devono essere soppressi – può portare l’individuo a riconoscere e rimuovere le cause della malattia e superarla.

Allora, l’intervento farmacologico è superfluo? Assolutamente no, ma non può essere la cura principale. Bach sembra capovolgere l’approccio “occidentale” alla malattia: anche oggi noi definiamo complementari quei metodi dolci e naturali che si affiancano all’intervento più classico, allopatico e farmacologico. Per Bach, la vera cura è quella che parte dalla ricerca delle vere cause della malattia e complementare ad essa sono gli interventi più “materiali” (in effetti, è proprio l’approccio materialistico alla realtà che Bach considera alla base dell’atteggiamento non corretto da tenere dei riguardi di ogni malato).

Non è opportuno, però, contrastare e combattere direttamente il difetto che sta alla base dell’insorgere della malattia, perché non verrebbe realmente sconfitto e potrebbe ripresentarsi in ogni momento di debolezza. E’ necessario – e più proficuo – sviluppare la virtù opposta: in questo modo l’atteggiamento negativo perde di senso e consistenza e si eliminano le cause della malattia, rendendola non più necessaria.

Gli strumenti di cui il Dott. Bach si serve, allo scopo di superare lo stato di malattia, sono la consapevolezza, l’auto-osservazione, l’ascolto della propria intuizione – che è la voce dell’Io Superiore – da un lato; dall’altro sono i suoi 38 rimedi floreali, ognuno dei quali rappresenta una virtù da perseguire. Le essenze che lui ha preparato dai piccoli fiori, non coltivati, di cui, nel corso dei suoi studi, ha scoperto le proprietà terapeutiche, riequilibrano le vibrazioni disarmoniche, non solo nell’essere umano, ma anche in piante ed animali. Questi fiori sono un dono meraviglioso per risanare e riequilibrare ogni essere vivente.